Addio alla Stazione Spaziale Internazionale. E ora?

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Il volo spaziale umano in orbita terrestre bassa subirà un enorme cambiamento nel prossimo decennio. L’Office of Inspector General della NASA ha inviato un tweet in cui emerge la volontà di terminare il supporto della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e suggerisce anche quale sarà l’attività dell’agenzia spaziale statunitense per il prossimo decennio.

Una vecchia stazione

In particolare, la NASA evidenzia la necessità di porre fine al ruolo della ISS entro il 2030. Ufficialmente, la stazione dovrà ancora effettuare alcuni programmi fino al 2024, ma un’estensione fino al 2030 sembra più che probabile.

La ISS iniziò il suo lungo viaggio con il lancio del modulo Zarya dal cosmodromo di Baikonur il 20 novembre 1998. La stazione ha ospitato una presenza umana continua dall’arrivo della Spedizione 1 il 2 novembre del 2000. L’ultima missione del programma U.S. Space Shuttle nel 2011 ha concluso la costruzione della ISS. Da allora, la stazione è servita come piattaforma chiave per studi scientifici in campi che vanno dalla fisiologia umana in assenza di gravità all’osservazione della Terra, all’astrofisica delle alte energie e molto altro ancora.

Lo studio della NASA, tuttavia, nota che la stazione sta iniziando a invecchiare. Le indicazioni includono danni al Canadarm 2 a causa di detriti o di un micrometeorite (anche se il braccio continua a funzionare normalmente per ora), crepe multiple e perdite trovate lungo l’interno del Service Module Transfer Tunnel, una delle aree dove l’equipaggio vive e lavora.

Tuttavia, il rapporto dell’agenzia spaziale evidenzia la necessità di continuare gli studi sugli effetti a lungo termine della vita nello spazio, essenziale per gli atterraggi pianificati sulla Luna di Artemis e, infine, per le stazioni su Marte. Questa ricerca non sarà completa prima della scomparsa della ISS, quindi altri avamposti devono portare avanti il lavoro.

La stazione del futuro: un avamposto commerciale

A tal fine, la NASA ha selezionato tre aziende per sviluppare piani per possibili stazioni commerciali nell’orbita terrestre bassa. Scelte tra le 11 pretendenti iniziali, le tre aziende includono Blue Origin, che svilupperà i progetti di Orbital Reef (130 milioni di dollari); Nanoracks LLC, che svilupperà Starlab (160 milioni di dollari); e Northrop Grumman, che aggiornerà il veicolo di consegna Cygnus della società e lavorerà con Dynetics su una nuova stazione modulare (125,6 milioni di dollari). Northrop Grumman si è aggiudicata anche il contratto di progettazione per l’avamposto abitativo e logistico per la Lunar Gateway Station nel 2020.

“Starlab sarà lanciato con un unico volo, mirato al 2027”, dice Jeffery Manber (Nanoracks LLC). “Ci deve essere un periodo di ‘tramonto’ in cui la ISS è ancora operativa in orbita, ma le nuove attività migrano verso le nuove piattaforme commerciali”.

Axiom Space è un altro potenziale contendente nel volo spaziale commerciale. L’azienda prevede di iniziare a inviare equipaggio commerciale alla ISS a bordo del Crew Dragon di SpaceX a partire dal febbraio del 2022, con l’obiettivo di inviare nuovi moduli alla ISS a partire dal settembre del 2024. L’arrivo dei quattro moduli Axiom nei tre anni successivi darebbe anche all’azienda la possibilità di staccarsi dalla ISS e formare la propria piccola stazione spaziale.

Oggi le passeggiate spaziali non sono così sicure…

L’amministratore della NASA Bill Nelson in un recente comunicato stampa si è detto molto soddisfatto delle nuove collaborazioni strette dall’agenzia spaziale americana, che porteranno l’uomo nello spazio su voli commerciali. La NASA sta collaborando con i nuovi partner per sviluppare “destinazioni spaziali” che i visitatori possono esplorare dal vivo, dove potranno anche vivere e lavorare, permettendo alla stessa NASA di forgiare il cammino dell’umanità verso la colonizzazione dello spazio.
Tutto questo, quando la ISS sta vivendo un periodo non particolarmente felice. Qualche giorno fa, l’equipaggio ha dovuto ritardare una passeggiata spaziale per interventi di manutenzione programmata, a causa delle preoccupazioni scaturite dai detriti che avrebbe lasciato il recente test missilistico anti-satellite della Russia. Nel frattempo, la Cina continua con la costruzione della propria stazione spaziale detta Tiangong, iniziata proprio l’anno scorso.

La fine

Il report della NASA fornisce anche alcuni spunti interessanti su come potrebbero essere gli ultimi giorni della stazione internazionale. Deorbitare la stazione costerà più di 1 miliardo di dollari, da dividere tra i partner internazionali. Sembrano un bel po’ di soldi, ma forse molti ignorano il fatto che ogni anno vengono spesi 3 miliardi di dollari per tenere la ISS in funzione.

Ma riportare giù la ISS non sarà semplice e ci vorranno diversi anni, afferma la NASA. La stazione inizierà ad avvicinare alla Terra la sua orbita tra il 2026 e il 2028, a seconda dell’attività del Sole, che a sua volta influenza lo spessore dell’atmosfera terrestre e la resistenza della stazione. L’obiettivo è quello di far rientrare la ISS entro il 2030, spargendo tutti i detriti nel Pacifico del Sud. In caso di emergenza, lo studio sottolinea anche che questa fase temporale può anche essere accelerata a circa sei mesi al rientro.

Per noi amanti dello spazio ed eterni romantici sarà triste vedere la stazione disperdersi in mare… Per anni, è stata per noi amanti della fotografia spaziale “una vista familiare che scivolava silenziosamente nel cielo notturno”. Resterà allora solo un bellissimo ricordo del primo vero avamposto dell’umanità nello spazio.